02 – INGLESE LINGUA OPACA.
Una lingua che si legge come si scrive è detta trasparente.
L’ inglese è una lingua opaca: un problema per gli stessi anglofoni come testimoniato dai campionati di spelling , dalle quasi trenta riforme tentate senza successo (la prima è stata avanzata da Benjamin Franklin già nella seconda metà del 1700 !). La difficoltà e la gravosità del processo di apprendimento della lettura dell’inglese nelle scuole primarie motivano tuttora varie proposte innovatrici. Al riguardo è interessante visionare questo filmato (cliccare qui) che, di fatto, ripropone una modalità di soluzione al problema funzionalmente già offerta da IPA (International Phonetic Association) con una simbologia diversa, più semplice ed intuitiva, già da parecchi decenni esistente e affermata come standard di riferimento, sebbene tuttora non adottato globalmente.
Ogni varietà dell’inglese presenta rispettivi gradienti di opacità. L’ angloamericano ha un’opacità ridotta rispetto all’inglese britannico, come risultato delle molte semplificazioni dovute all’importante fenomeno migratorio. La pronuncia scozzese è riconosciuta essere molto trasparente.
In termini pittorici la differenza che caratterizza l’opacità della lingua inglese rispetto alla trasparenza di quella italiana potrebbe essere paragonata alla rappresentazione dello stesso soggetto in un quadro impressionista rispetto a quello ad alta definizione di un quadro fiammingo.
Note.
- Un esempio di come sia possibile superare persino una davvero straordinaria opacità di una lingua è data dal Pinyin (cliccare qui per informazioni), sistema di trascrizione del cinese mandarino mediante caratteri europei, usato nella stessa RPC come strumento di alfabetizzazione primaria per l’insegnamento della lettura dei logogrammi cinesi (!). Rilanciato da Mao Tse Tung e tuttora sollecitato da vari intellettuali cinesi, il Pinyin potrebbe ambire a diventare lingua di scambio grazie alla semplicità della sintassi cinese, pur con qualche difficoltà residua dovuta ai toni lessicali. L’adozione di tale sistema – promosso da missionari europeri già nell’800 e usato in date aree della Cina – è tuttora auspicato da varie parti. Ma ciò comprometterebbe la tradizionale “cinesità” che i logogrammi difendono, a mo’ di imponente “muraglia linguistica“. V. nota.
- Similmente al Pinyn, trascrizioni in caratteri europei sono state già attuate in altri vari paesi, tra i quali il Vietnam e la Mongolia che hanno adottato caratteri latini delle lingue occidentali europee e cirillici, rispettivamente.