12 – L’ INGLESE COME LINGUA FRANCA: QUALE E QUANTO.
Un punto d’incontro o una imposizione di fatto?
Non sono qui commentate le soluzioni presentate alla Società delle Nazioni nel 1922 volte fin d’allora a contrastare quell’egemonia linguistico-politica globale dell’inglese che già si preconfigurava.
Piaccia o non piaccia, l’odierna diffusione dell’inglese è un fatto ineluttabile che sollecita qualche considerazione almeno riguardo a ciò che rimane del Basic English (v. nota *) e del Globish (v. nota **), concepite e suggerite come possibili lingue di scambio basate sull’ inglese.
Poichè poco è meglio di niente – e nel riconoscimento e rispetto dei comprovati limiti linguistici degli utilizzatori non anglofoni – l’obiettivo di tali proposte è il successo pratico della comunicazione, nel privilegio della semantica più che degli aspetti sintattici convenzionali. Allo scopo vanno favorite forme di pensiero semplici (lineari, logiche e consequenziali, senza incisi o proposizioni subordinate ecc.) , con un lessico essenziale, possibilmente produttivo (eliminazione di sinonimi, ridondanze) e privo di riferimenti culturali propri (idiomi, proverbi, slang ecc.).
Mentre all’una delle parti comunicanti l’uso di un “inglese facilitato” non ne pregiudica il futuro approfondimento e sviluppo, per la parte anglofona la semplificazione coincide con la rinuncia immediata al vantaggio derivante dalla propria superiorità ed egemonia linguistica. E qui nasce il problema…
(*) Basic English (British American Scientific International Commercial English) ideato dai linguisti C. K. Hogden e I.Richards alla fine degli anni 20 del secolo scorso. E’ stato fattivamente supportato a livello globale per un quindicennio e proposto in iniziative congiunte – poi abbandonate – dai governi inglese (W. Churchill) e statunitense (pres. Roosevelt). Propagandato come “lingua della pace” – in implicita antitesi al tedesco “lingua della guerra” – è ricorrentemente in fase di (s)tentata rivitalizzazione.
(**) Globish (parola macedonia per Global-English, marchio registrato un ventennio d’anni fa da J.P.Nerrière, già marketing manager IBM). Nelle ragioni a sostegno del Globish chiunque abbia avuto rapporti internazionali, anche in campo professionale, riconoscerà esperienze linguistiche realmente vissute. Dichiarato conforme ai requisiti del livello B1 – CEFR European Framework, il Globish è uno strumento per tutti , ma non reso popolare. E’ ottenibile gratuitamente la lista dei 1500 termini inglesi costituenti il vocabolario Globish di base, selezione delle parole considerate più utili e ricorrenti nei rapporti di scambio. I concessionari del marchio propongono solo corsi preconfigurati e autogestiti on-line, mentre sarebbe benvenuta la disponibilità di pubblicazioni digitali/cartacee per corsi di tipo convenzionale da tenere in classe o autodidattici.